Con grande entusiasmo abbiamo voluto pubblicare sul blog una bellissima mail inviataci da un nostro preziosissimo cliente, una vera e propria poesia scritta da Giuseppe Butera sulle nostre borse in pelle vintage:
Erano altri spazio e tempo quando, bambino in una città del sud – e con dentro talmente tanti sogni che oggi mi sorprendo di non esser scoppiato nel contenerli tutti e di non essermi suicidato perché, praticamente, non se n’è realizzato nessuno – vidi per la prima volta la Catana e ne fui inspiegabilmente colpito, osservando quanto fosse vissuta e meravigliosa questa borsa dalla quale non si separava mai l’unico libraio della città: immaginai, allora, fosse anch’essa una sorta di libro e racchiudesse al proprio interno meravigliose storie che le conferivano quell’aspetto straordinariamente accattivante per un oggetto tanto semplice all’apparenza. Così, raggiunta nel tempo la confidenza necessaria a farlo, gli chiesi dove l’avesse acquistata e mi sentii rispondere l’oggetto provenire dalla regione contenente Roma ed essere, in realtà, depositario anche di una lunga storia. M’incuriosì parecchio: me ne feci narrare e mi documentai a mia volta, non immaginando per nulla che il successivo millennio mi avrebbe visto “romano” d’adozione, custodii lungamente il desiderio d’entrare in possesso di una di quelle borse a mia volta, prima o poi…
L’uomo, del resto, è un “affare” realmente curioso allorché capace, in un mondo che cambi ad una velocità alla quale già da parecchio non si riesca a stare appresso, di rimanere custode di tradizioni legate a valori che, se non esaminati con la dovuta attenzione, parrebbero pressoché inesistenti: insomma, nell’era dell’e-book perché si dovrebbe ancora leggere un libro?; se posso spedire un’email, per quale ragione dovrei ancora affaticarmi a scrivere una lettera?; finalmente, grazie ad un mp3, posso ascoltare la musica facendo qualsiasi altra cosa e non c’è più bisogno di rapportarsi ad oggetti inutili come dischi, nastri e similia; il supermercato mi evita di dover disperdere prezioso tempo nel rapporto con tanti bottegai; un artigiano è, quasi sempre, un investimento maggiore in termini di tempo e denaro rispetto a quanto può fare una macchina…
Ora, tanti e tanti anni dopo, più o meno casualmente arriva un momento in cui, ormai più vecchio del libraio dell’epoca, decido di non proseguire oltre a negarmi la realizzazione di un piccolo sogno e così, in un mondo in cui si può avere tutto apparentemente faticando meno, ho scoperto il marchio La Tolfetana, mi risolvo a farmi sotto e contatto questi Signori che, per ragioni a tanti ignote, decidono di accanirsi a faticare per custodire la tradizione di un oggetto le cui origini incerte ne attestano la storia, comunque, plurisecolare. E qui la sorpresa: scoprire uomini (maschi e femmine) che custodiscono come bellezza personale il valore del proprio mestiere e delle proprie scelte. Già la Catana non sarebbe una semplice borsa in pelle vintage, ma aver avuto la possibilità di conoscere, anche se solo per corrispondenza, Giulio Morelli in nome e per conto di tutto lo Staff ha costituito – e lo farà almeno per il tempo per cui la borsa è garantita – un valore aggiunto imprescindibile da quello dell’oggetto: individui affatto meravigliosi che, di fronte ad un imprevisto insorto durante la transazione, si sono adoperati in maniera significativamente toccante per risolverlo!
Così la Catana de La Tolfetana, pochi giorni o molti anni dopo, è giunta a Roma e nella mia vita, per non uscirne ovviamente mai più: il Modello Vintage è di una bellezza davvero difficile da descrivere a parole, se si condivida quella di oggetti del genere e, certamente, ancora maggiore del classico. Puzza. Ma puzza di uno di quegli odori dimenticati che, non appena li avessi risentiti, oggi, ti rimandino alla fortuna di averli nella memoria e, al contempo, ti facciano desiderare non spariscano mai del tutto. La borsa è vera, come lo sono quelle cose che oggi, purtroppo, occorre andare a cercare, talvolta perfino con fatica, ed esser disposti a pagare cifre apparentemente insensate laddove si consideri che oggetti esteriormente simili possono essere ottenuti spendendo un decimo. Ed è bella, ripeto, in assoluto del proprio esserlo; poi di essere anche un oggetto con tutta l’affascinantissima storia che può vantare; poi, ancora, dell’essermi stato viatico dell’incontro con chi si (pre)occupa del fatto non sia dimenticata; e, infine, è bella perfino del ricordo del libraio. Al tatto si ha sin da subito una reazione che potremmo quasi definire proustiana, nel senso che si sente qualcosa che dica davvero tanto…
La vita com’è stata per me, fino ad oggi, non lo contempla ancora ma, ormai perfettamente rassegnati alla dimensione dell’usa e getta, ne farei per antonomasia l’oggetto da passare ad un eventuale figlio qualora accadesse, certo di potergli narrare della sua storia simpliciter, nonché di quelle, secundum quod, del libraio, del meraviglioso staff di La Tolfetana e di tutte le altre che speriamo essa abbia ancora da vivere “letteralmente” al mio fianco – e, se tanto mi da tanto, non è nemmeno da escludere che perfino il figlio di mio figlio potrebbe “sentirne parlare”…
Con infinita gratitudine ed uno dei maggiori quantitativi di affetto stanziabili per degli “sconosciuti”.
Giuseppe Butera
Non si può aggiungere altro a quanto descritto dal sig. Giuseppe Butera.
Come felice neo possessore della Catana Vintage, voglio anch’io ringraziare il sig. Giulio Morelli e tutto lo staff de “La Tolfetana” per il trattamento riservatomi e per la professionalità dimostrata, al giorno d’oggi “merce rara ” e dunque preziosa.
Proprio come le Catane.
Con gratitudine
Gian Carlo